vendredi 25 mai 2007

L'ultimo ieri e Lu munnu ca firria




Stefano Bissi


L'ultimo ieri
Voci dell'anima
All'alba del terzo millennio
...e nei miei versi
lascio il cuore mio


Presentazione

Presentare un libro di poesie del poeta Stefano Bissi non è un impegno, una scommessa o una sfida, ma un autentico piacere.
E il terzo volume di poesie del notro poeta che presento, fra i quattro con questo publicati, e cio è per me motivo di orgoglio e di onore. Naturalmente il Bissi mi incarica di presentare le sue poesie non per le mie capacità di critico, né per qualifiche letterarie che non ho, ma per i legami affettivi e per le affinità ideali e intellettuali che ci accomunano, e se riusciro con la mia presentazione a trasmettere ai lettori il piacere che ne ho tratto, saro doppiamente contento.
Questa raccolta di peosie « L'ultimo ieri – Voci dell'anima – All'alba del terzo millennio », racchiude un periodo di tempo molto vasto che va, dal 1932 ad oggi, quasi a comprendere l'inizio dei due secoli contendent. Quinti in esse è possibile leggere squarci della sua storia, della nostra storia, vista in chiave poetica.
Il suo peregrinare per lungo e il largo dell'Italia è scandito dalle sue poesie, che ne immortalano i tempi e i luoghi.
Aprono la raccolta le poesie degli anni giovanili, del suo innamoramento, della sua passione per il borgo natio, per la sua campagna dei « Caternini », per gli affetti familiari, per la natura che con la sua bellezza lo incanta e lo fa sognare.
Egli ammira l'infinita bellezza della natura, delle stelle, del mare, dei fiori con l'occhio meravigliato partecipe dell'estate e ne assapora e ne canta tutto l'incanto. L'amore per la natura appartiene alle anime elette e il poeta appartiene a questa categoria.
Il secondo posto delle sue poesie è dedicato alla vita militare che, viene intravista attraverso il fruire iridescente della poesia e della musica.
Bissi è come una fontana dalla quale sgorga poesia e musica incantatrice, alla quale possiamo abbeverarci e dissetarci. E la sua è una musica che sgorga spontanea e prepotente dal suo cuore e arriva al mostro dilatandolo e riempiendolo di gioia e di emozioni dolcissime.
Estremamente toccante è la poesia della sua « Gina primavera d'amore » e quella dedicata a «Siculiana Marina » ambedue (come tante altre) musicate dallo stesso poeta e cantate ancora oggi dai siculianesi. Al verso seducente è accoppiata in prodigiosa simbiosi, una musicalità fatta di note che t colpiscono e ti mettono in cuore la pace. E la poesia, quella autentica, si trova profusa a piene mani in tutti i suoi componimenti.
E un uomo il Bissi di formazione culturale decisamente laïca. Eppure nella sua produzione poetica l'aggancio col trascendente, col Dio, che afferma e consola, è presente, costante e ne costituisce quasi un sottofondo. Cio mi ha fatto tanto piacere perchè ci fa conscere un altro aspetto della personnalità del poeta che non è appriscente, ma profondamente vissuto.
Le sue poesie si leggono con estrema facilità e con immenso diletto. Ahimè... che disagio e che angoscia nel leggere certe poesie moderne dove si sentono la fatica e le difficoltà di ch le scrive!...
Nell'evocare il suo grande amore per la sua donna amata raggiunge vette strugenti e ammalianti. Nulla vi è di retorico, ma tutto è profondamente sentito e vissuto! La poesia è per il poeta come un grande palcoscenico in cui fa giocare, a suo piacimento, i suoi sentimenti e le sue emozioni. Fra lui e la sua poesia c'è una specie di attrazione reciproca, per cui tutta la sua filosofia e il suo credo sono racchiusi nel verso: « lungi dal cuore sempre più m'avvedo... che dove amor non c'è tutto è morboso ».
Resta un segreto, che non riusciamo a capire, perchè il poeta ha tenuto per cosi tanto tempo, chiuse nel cassetto, tanta ricchezza di poesia. Forse era geloso dei suoi ricordi, della sua storia intima o temeva che altri avessero potuto contaminarla? La decisione, presa oggi, di dare alla stampa questi versi, ci riempie di tanta contentezza.
Seguono le poesie che scandiscono la sua vita militare, poesie dedicate a fatti e luoghi realmente esitenti e che ora rivivono nei suoi ricordi.
« Vecchi vorremmo a vuoi tornar domani
sol per un'ora di lontana ebbrezza;
vorremmo a voi tornar, luoghi lontani,
che a noi rapiste tanta giovinezza ».
Non poteva mancare un inno accorato e struggente alla nostra Italia, caduta nella disgrazia, nello sfacelo, nella miseria, per mano teutonica, e al colmo del dolore invoca libertà e pane per i suoi figli. Bellissima la chiusura dell'inno con l'appello all'amore universale e l'auspicio dell'avvento di un mondo senza confini.
L'Italia che dal baratro risorga...
non più per allestir cannoni e spade...
...ma per amar, alfin, grande e possente
solo una Patria che ci unisce e infiamma,
non che si chiami Italia o Continente,
ma Terra, Terra, inver, comune Mamma! ».

La pace, l'amore, la fratellanza, il rifiuto della violenza e della guerra, i problemi ecologici, « proteggi la natura », la libertà sono esigenze e valori da lui sentiti in modo estremamente partecipato. Alcune poesie sono traboccanti di umanità e piene di commozione, da cui traggono una profonda tensione lirica.
Gustoso e delizioso è questo sonetto :
« Mi si affacciano agli occhi un casolare,
una chiesetta illuminata a sera,
un fanciullo che impara a recitare
a mani giunte la prima preghiera ».

Si sente qui la mano del musicista e del poeta.
Una poesia che ha tutte le caratteristiche della preghiera e dell'inno religioso da cantare in chiesa è « E nato in una grotta ». Qui si sente il poeta in cerca di Dio e lo trova nel bimbo che è nato ignudo in una mangiatoia. Questa religiosità sommessa, questa ricchezza di alti sentimenti possono purificare e redimere le brutture dell'uomo di oggi.
Bella è l'immagine che cogliamo nella poesia « A Polvera » dove la sommessa « preghiera del vespro » si confonde con il rintocco della campana della chiesa del borgo.
A questa immagine segue la tritezza per lo struggentee malinconico ricordo che insorge ne suo cuore nel vedere gli stessi colli, la stessa campagna, lo stesso mare, gli stessi profumi della sua lontana terra di Sicilia :
« Vedo i miei colli, la campagna, il mare,
sento i profumi della terra mia :
potessi almeno un giorno ritornare
a te, sognata ognor, Terre natia! »
Nella poesia dedicata alla mamma « Pregherai domani » si sentono riuniti i talenti del Bissi; la poesia, la musica e la pittura e riaffacciare il senso religioso che serpeggia un po dappertutto:
« Rintocca la campana della sera,
il sole muor laggiù, laggiù nel mare,
ti vedo assorta nella tua preghiera,
prostata, o mamma, ai piedi d'un altare ».

Il sole tramonta, la mamma sua è assorta nella preghiera ai piedi di un altare e piange e prega, e con tutta la forza del suo amore chiede alla Madonna:
« con fede, con ardor, con pio desio,
Madre di grazie, di perdono, pia,
che a me ritorni salvo il figlio mio ».

Traspare ovunque la mitezza della sua personalità, il rifiuto della guerra e della violenza, l'amore per la pace; caratteristichee atteggiamenti che preludono alle istanze e alle scelte di oggi, verso le quali l'umanità, se vuole sopravivere, si sta orientando. Si dimostra in tal modo, un precursore, un vate, che ci infonde fiducia in un mondo più giusto fatto d'amore e fratellanza universale.
Tutto è raccontato con massima fedeltà ai fatti e anche ai sentimenti che quei fatti sanno suscitare. Egli sa leggere nel suo « interiore » e sa tradurlo in momenti di alta poesia, mentre ci rende partecipi col suo travaglio spirituale. Il lettore non trova difficoltà ad entrare nel suo mondo, dal quale tre motivi di purificazione.
Sa cogliere a volo il sentimento, che muove il suo estro e ce lo offre puro e semplice come una primizia da gustare per allietare il nostro cuore.
A volte si respira un clima surreale di sogno che ci trasporta verso altezzz irraggiungibili.
Pertanto possiamo affermare che Bissi, con questa raccolta di poesie pon un'altra importante pietra nell'arco della sua produzione poetica, alla quale auguriamo tutto il successo che merita per il bene dei lettori, in quanto questo suo mondo poetico ci offre, fra l'altro, un valido insostituibile tramite verso la pace e la quiete dell'anima.
Nello squallido cinismo ed egoismo in cui viviamo i versi di Stefano Bissi offrono una finestra che ci permette di respirare dell'aria pura.
La grande poesia ha la funzione di destare il piacere estetico e di inviare un messaggio educativo nel senso che il vero che è contenuto nei versi, passa al lettore per migliorarlo.
La poesia del Bissi possiede queste qualità , quindi appartiene alla grande poesia.
Stefano Bissi è un artista completo: pittore, musico e poeta. Ed è educatore inoltre di diverse genrazioni di ragazzi, che ha sputo mirabilmente fondere nella sua poesia, con capacità pittorica, innata musicalità, e grazia accattivante del verso, il messaggio pedagogico e morale. Alla dolcezza, al suono dei suoi versi si unisce, di tanto in tanto, una forza di sentimenti che ci lascia pensosi.
A volte ci sorprenono la dolcezza umana, il disarmato candore, i numerosi risvolti di umana pietà, oltre alla sua convinzione che il male sia eliminabile dalla vita dell'universo:
« quando incontri
un uomo, senza luce
nel buio del suo dolore;
quando incontri un malato,
senza giorni ne le mani;
un nano che ride nel suo pianto;
allora tu... devi dire a te stesso:
io sono un uomo felice ».
Ci sono libri che dopo averli aperti e dopo averne letto due o tre poesie si chiudono e non si aprono più. Qui avviene il fenomeno opposto.
Questo, quindi, è un libro che non ha bisogno di presentazione perchè si presenta da solo e le mie povere parole non aggiungono niente al suo intrinseco valore .
Con questo libro oggi il Bissi, già grande come poeta venacolo ci mostra con maestria e bellezza di stile la sua produzione poetica in italiano e conquista doppiamente il suo meritato posto nel tempio delle muse.
Possiamo affermare senza tema di smentita, che quest'opera ci incanterà e ci eleverà nello spirito: il poeta consegna il suo nome alla storia della poesia e a quella della vita civile di Siculiana.
Forse per questa presentazione rappresanta il Canto del Cigno. Sono contento pero che questo canto lo affido in buone mani.
Un suo accorato e struggente rimpianto ci inonda ancora di commozioneper la sua adorata Gina:
« Or che il sogno è svanito,
io mi sento smarrito
e più folle ti chiamo ».
In questi versi è racchiusa tutta la sua angoscia, il suo immenso dolore per la perdita del suo grande amore, e ci pare di vederlo svolazzare solo senza meta come un uccello che ha perduto il nido. Da parte nostra gli offriamo tutta la nostra solidarietà e l'augurio che possa trovar la pace del cuore cosi duramente trafitto.
Col sonetto « Lascio il cuore mio », che troviamp nelle ultime pagine di questa sua opera, il Bissi chiude il suo prezioso volume.
Al musico Vincenzo Caruana, virtuoso mandolinista dal tocco magico e delicato, che ha musicato molte delle belle poesie del poeta Bissi, suo vecchio compagno di scuola e di « fughe musicali », vadano i miei compiacimenti e il pio più sentito plauso per le sue squisite melodie che qui troviamo inserite in « musica sui versi » del presente volume.

Siculiana Marina, 25 luglio 2000.


Paolo Scaduto1


1Dott. Paolo Scaduto, medico condotto e ufficiale sanitario del commune di Siculiana dove ha svolto fino a ieri la sua missione di medico di base e di studioso di problemi d'igiene mentale e di geriatria. Con le sue monografie du tali argomenti ha vinto il « Premio Scalari » nel 1969 e 1970 (medaglia d'oro).
Interessato alla medicina preventiva e educazione alla salute ha tenuto una rubrica televisiva che veniva messa in onda dalla « Radio Sud Siculianee » dei Vella in Doria.
Nativo di Sciacca (9/02/1922), è siculianese di adozione per essersi trasferito nel 1952, ancora giovane medico, in questa nostra cittadina.
E deceduto a Siculiana il 12/11/2000.

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"Un òmu

sempri acchianatu all'arbulu

'un po stari,

c'avia scinniri !"


V. Lo Bianco




Presentazione



Presentare un nuove libro di poesie è un impegno verso i lettori cui il libro è rivolto; ma è anche un piacere, specie quando l'autore è un Autentico poeta.






Stefano Bissi non è nuovo alle muse: ha già dato alle stampe due volumi in versi siciliani, "Sciuruddi di lu me paisi - poesie- - "e "Lu Crucifissu di Siculiana - Lu Tri di Maju - tra leggenda e storia" con nota esplicativa in lingua, coi quali si è guadagnato un posto ragguardevole nel tempio della poesia, e in particolare di quella in vernacolo.





La sua produzione poetica fin dalla sua fanciullezza, non ha conosciuto soste e l'ispirazione ha sempre bussato imperiosa al suo cuore, per tradurre in versi momenti, aspetti e problemi che turbano l'uomo d'oggi.





Ogni aspetto del nostro viver civile di ogni giorno stimola il suo estro. Ed ecco "Lu munnu ca firria" di questo nostro poeta Siculianese, poema in ottave con rime in assonanza, col quale si prefigge di presentare questo nostro Mondo in continua ascesa nell'affannoso travaglio di trasformazione e di rinnovamento.





Con esso inneggia alle conquiste della scienza che rendono meno pesante, meno penosa e certamente più gioiosa la vita di tutti i giorni di ognuno di noi, e denuncia il degrado globale che ci sovrasta. Prepotente è in ogni ottava il confronto tra i modi, gli usi e i costumi del vecchio col nuovo, del passato col presente, confronto che induce il lettore alla valutazione e alla scelta del meglio nel biasimo dell'uomo quando cade nell'uno o nell'altro eccesso lungo il cammino del tempo.





La velata nostalgia e il rimpianto per i tempi trascorsi, più sani, per le cose buone perdute o cadute in disuso, constituiscono la nota dominante di questo suo nuovo lavoro nei cui versi aleggia, però anche la speranza in un mondo migliore. La sua poetica sgorga spontanea, chiara e limpida come acqua di rocca; il suo verso è sempre fluido, armonioso, fresco, scintillante, sempre pronto a carpire e capire i problemi essenziali che travagliano l'umanità. Nessun problema sociale, economico, ecologico ed umano, che travaglia l'uomo moderno, è stato dimenticato o trascurato.





Le sue preziose annotazioni su fatti, su luoghi, su personnaggi, sull'animo umano, ad una lettura superficiale parrebbero avere un tono spensierato, giulivo e immaginoso; ma ad una lettura piµ attenta vi si scopre il travaglio dell'uomo d'oggi, pensoso dei destini del mondo e dell'umanità e l'invito e misurato e meditato alla riscoperta di autentiche virtù.





Le vicende, infatti, e le notazioni sono come pennellate su una tavolozza, come quadri di una immaginaria rassegna in cui si sente scorrere il divenire della storia nostra.





Del resto il nostro Bissi oltre ad essere poeta, è anche pittore e usa la penna come il pennello.

Poeta - pittore , acuto e felice osservatore del variare del mondo, dell'ambiente, della vita di ogni giorno, sa immediatamente tradurre le impressioni e le sensazioni che ne ricava in quadretti poetici che traboccano di spontaneità e vitalità.





Le ottave hanno un loro logico filo conduttore che unisce l'una all'altra in un "continuum" organico e completo, che rappresenta lo specchio dei tempi; dei tempi che viviamo.





Un "humor" tutto personale che serpeggia un pò ovunque e una spontane a elganza di stile (che non è ricercatezza) ci invitano alla lettura, ci avvingono e ci trascinano e ci sollecitano ad assaporarne tutto il fascino segreto e ci regalano un immenso godimento spirituale e ammaestramenti sui quali tutti dovremmo meditare.





Viste sotto questa angolazione, le sue ottave hanno una funzione palingenetica e catartica in quanto, come l'arte universale, sono finalizzate a "rinnovare i popoli, a rivelarne la vita e a prepararne l'avvenire".





Un rilievo particolare merita l'appello alla tutela dell'ambiente, quanto mai opportuno in un momento in cui, non solo la vita, ma il destino dell'uomo si gioca sui temi dell'ecologia, su un problema che trascende il puro interesse poetico ed estetico per collocarsi nel sociale e nell'umano.





Un' ultima considerazione mi piace sottolineare: questo suo attaccamento alla lingua siciliana (lingua e non dialetto come erroneamente viene definita) dimostra un amore passionale per la terra nostra, per la sua cultura, per le sue tradizioni, per il suo costume, per la sua storia ; e ciò, in sintesi, vul dire un tenace e forte legame con le radici.





Si dice che aprire una scuola significa chiudere un carcere. Noi diciamo che anche pubblicare un libro nuov può contribuire a svuotare un posto nelle carceri, perchè ogni libro ci esalta, ci ammaestra ci rende migliori sotto tutti gli aspetti.





Il libro è un amico che ci fa sempre compagnia, ci dà molto, non chiede niente e non ci tradisce mai.





A questa categoria appartiene il libro del poeta Stefano Bissi il quale, rivolgendo il suo messaggio d'amore all'uomo responsabile, così infine, chiude il suo componimento poetico;



"è l'omu ca duvissi cuvirnari

li cosi di 'stu Munnu cu lu cori

e cu li beddi hiammi di l'amuri

pi fari tutti l'òmini abbrazzari"



Paolo Scaduto




La televisioni


Nuddu cchiù leggi opuscoli e dispenzi

libri di püisii e di rumanzi

la televisioni porta annunzi,

e belli e fatti duna li risponzi.

Vecchi e picciotti assittati in bluginzi,

stannu a lu vidiu dintra a li so stanzi

appiccicati comu tanti sponzi,

a talïari tutti li sequenzi.


Lu nannu cchiù nun cunta a li niputi,

attornu a lu brasceri, attenti e cueti,

lu cuntu di li principi, eterni ziti,

Ora è la ràdiu ca cunta e ripeti,

la teli ca trasmetti tirrimoti,

fatti successi, ammazzatini e liti,

fimmini nudi e spàsimi e vasati.



Stefano Bissi



1 commentaire:

il siciliano di francia a dit…

un fiore un soriso dare una mano essere umano ciao coluccio