samedi 19 mai 2007

Lu crucifissu di Siculiana




Lu crucifissu di Siculiana

Lu tri di maju


Poemetto in versi siciliani

(tra leggenda e storia)

"Fidi mi caccia
e no lignu di varca"


Presentazione



Di solito il compito di presentare un libro si affida a persone di spcicco della cultura.


Il poeta Stefano Bissi, però, ha voluto affidare a me questo compito, spinto più dai moti dell'animo e da sentimenti di stima e di affetto che ci legano, che da precise qualificazioni culturali, che certamente non ho.


Un altro libro si aggiunge a quello già scritto e dato alle stampe.


Da impenitente « poeta » ci offre questa volta non una raccolta di poesie, come nel primo, ma un poemetto in versi in cui ci racconta la leggenda e la storia de « lu Crucifissu di Siculiana ».


Appassionato, scrupoloso ed entusiasta studioso delle nostre tradizioni, ci ha voluto dare, ancora una volta, uno squrcio della nostra Storia Patria. In questo volumi Egli, con precisione storica, con appassionato amore, ma anche con un pizzico di fantasia, racconta fatti, ricorda nomi, rievoca luoghi, facendoci rivivere in una perenne attualità la nostra storia, che per molti versi si identifica con la storia di « lu Crucifissu ».


Fantasia: ma non può esserci poesia senza fantasia! E fantasia ci vuole quando si rivivono fatti che afffondano le loro radici nella leggenda, la quale diventa essa stessa storia, quando trova corpo nella vita di un popolo.


Su questo lavoro rivive in ofrma incantata ed elegante l'amore del nostro poeta per le « Radici ». Il culto delle radici è importante nella vita di un popolo e deve far parte del suo costume.


Un popolo che ricorda e comprende il passato può più facilmente balzare verso l'avvenire, senza fratture e salti nel buio o nel vuoto.


Il libro ci offre la singolare fortuna di seguire anno per anno,giorno per giorno, la storia di « lu Crucifissu di Siculiana », della leggenda, che si perde nella notte dei tempi, alla realtà d'oggi, che si svolge sotto i nostri occhi.


La scorrevolezza e la musicalità del verso ne rendono piacevole ed accattivante la lettura Il poeta ci prende per mano e ci guida con amore nello svolgersi della storia del Crocifisso, che si intreccia mirabilmente e potentemente con la storia sociale politica e religiosa della stessa nostra Siculiana e ci fa innamorare di questa storia.


Il lavoreo del poeta Bissi è un affresco vivente, splendido e scintillante della nostra Città, una Città che vive nell'attesa della « festa del Tre di Maggio », che si ripete ogni anno con immutata fede e costante ardore e che fa rivivere, come una primavera che ogni anno si rinnovella, gli aromi, i colori, il folklore più autentico che mirabilmente si intreccia e si fonde con gli aspetti puramente religiosi della festività.


La travagliate e, a volte scanzonate vicende della storia del Crocifisso, rivivono in un'atmosfera poetica che ci avvince e ci attanaglia dalle prime alle ultime pagine.


La Croce è stata il soggetto portante della letteratura e dell'arte, dalla scultura alla pittura, dalla prosa alla poesia. Con l'opera del Bissi, ora, entra anche nella poesia dialettale.


Bissi ha concentrato la sua acutissima attenzione sui fatti che sostanzano la storia di « lu Crucifissu », offrendoci una trasposizione in chiave poetica, ritmica, brillante, gustosa, come una rara leccomia e mettendoci prepotentemente a contatto con le nostre « Radici ». Ci offre un libro ricco di anedotti, di dramma, di « pathos » senza nulla di artificiale e di artefatto.


Nella storia del Crocifisso di Siculiana possiamo intravedere la storia della tragedia dell'uomo che spera trovare salvezza e pace solo abbracciando e portando quella Croce e avendo fede in quella croce.


Sotto questo aspetto mi hanno particolamente commosso le seguenti quartine :


- »Stu Signiruzzu di Siculiana
ah quantu grazï c'ha pututu fari
a la so genti vicina e luntana
pi tantu tantu amuri arricampari!
...................................................
...................................................
'Na sula grazia vogliu dumannari
prima ca chiudu 'sta me püisia:
« Signori, fra li grazï chi vo ' fari,
vogliu ca una Tu l'ha fari a mia.
Nun t'offru provi di pagnau amuri,
ma sulu l'ànzia e lu me granni affettu
e tuttu tuttu lu forti duluri
ca mi cuvìa dintra lu me pentu ».-


Il poeta ci dà testimonianza che nelle profonde pieghe del nostro spirito, c'è sempre Cristo che ci attende con amore, pronto a saltar fuori per darci una mano, e nelle mareggiate che ci sbattono fra gli scogli della vita c'è sempre un punto di riferimento, un'àncora alla quale aggrapparsi per sperare ancora per amare ancora.


Cento anni fa Nietzesche osò « decretare la morte di Dio ». Oggi Bissi ripone « lu Crucifissu » al centro della storia dell'uomo.


Il libro contiene delle note esplicative dell'autore che chiariscono certi aspetti della storia di « lu Crucifissu » e pareri e ipotesi di altri autori sullo stesso argomento.


Addito all'attenzione dei giovani la lotta dissertazione del Prof. Vincenzo Castello, il quale nel riepilogo formula una ipotesi attendibile sulla data di nascita della Croce e del Crocifisso, invitanto i giovani ad occuparsi di questi studi, servendosi dei mezzi moderni di indagine.


È con un profondo atto di fede nella capacità catartica dell'arte e in particolare della poesia, che auguro questo prezioso libro il massimo successo: che esso possa trovare degno posto nella biblioteca di tutti i Siculianesi e di tutti i cittadini dei paesi vicini e lontani e possa servire a mantere, alimentare e trasmettere il culto sacro del nostro Crocifisso.


La via della « Libertà » si imbocca, anche, attraverso lo studio delle tradizioni, dei costumi, della storia che, in definitiva, è la studio di noi stessi, delle nostre « Radici ».


Guai a interrompere e tagliare ogni rapporto con esse; il cammino della storia nel suo lento divenire, si interromperebbe, facendoci crollare e sprondare nel caos!


Per questo noi auguriamo all'inesauribile vena lirica del poeta Stefano Bissi lunga vita e perenne fecondità.


Siculiana, 19 marzo 1982.


Paolo Scaduto1



1Dott. Paolo Scaduto, Medico condotto già ufficiale Sanitario del comune di Siculiana dove ha svolto fino a ieri la sua missione di medico di base e di studioso di problemi d'igiene mentale e di geriatria.
Con le sue monografie su tali argomento ha vinto il « Premio Scalari » nel 1969 e nel 1970 (medaglia d'oro).
Interessato di medicina preventiva e di educazione alla salute ha tenuto una rubrica televisa che veniva messa in onda dalla « Radio sud Siculiana »
Nativo di Sciacca (9.2.1922), è Siculianese di adozione per essersi trasferito nel 1952, ancora giovane medico, in questa nostra cittadina.