mardi 24 avril 2007

Siculiana


Realmonte





STORIA
Il paese, fondato forse alla fine del sec. XVII, appartenne in feudo ai duchi di Castrofilippo nei secoli XVIII e XIX.




Realmonte
(provincia di Agrigento)

storia
foto
patrono
amministrazione
prodotti
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professionisti
attività
Piccolo centro dedito soprattutto alla attivita' agricola con una produzione notevole di cereali e uva . Nato probabilmente nel secolo XVII come feudo appartiene ai famosi duchi di Castrofilippo nei due secoli successivi . Molto frequentate sono le spiagge di Punta Grande e Giallonardo che richiamano moti turisti nella stagione estiva . Graziosa e' la chiesa di San Domenico mentre poco lontano da qui si trova la villa romana di Durrueli risalente al I secolo .

Scala dei Turchi


Porto Empedocle


PORTO EMPEDOCLE - Importante centro portuale della costa sud-occidentale della Sicilia, fu anticamente borgo marinaro legato alle esigenze economiche della vicina Agrigento, dalla quale si affrancava ufficialmente nel 1863, mutando l'antico nome di "Molo di Girgenti" in quello attuale e costituendosi in comune autonomo. La città porta il nome del famoso filosofo agrigentino ed è stata fondata nella seconda metà del '700, sviluppandosi prevalentemente in funzione del porto. La vita della città è relativamente giovane; sorge nel XV secolo come "caricatore" della antica Agrigento e la florida e febbrile attività del traffico commerciale finirono per farne un centro di affari accreditatissimo. Nel 1554, per il perdurare delle incursioni predatorie barbaresche, la Corona di Spagna,fece erigere una "Torre di Guardia" a difesa del borgo contro le navi dei turchi. Attorno a questa torre detta di CARLO V ed al primo braccio portuale, la cui prima gettata risale al 1749, si è sviluppata l'odierna Porto Empedocle. La "Torre di CARLO V" oggi è il monumento principale, simbolo e memoria storica della città, e centro delle attività culturali. Il territorio Empedoclini gode di un litorale di oltre 4 Km di ampia e bella spiaggia, dalla sabbia dorata, a ridosso di un caratteristico costone di marna bianca che fa del sito una delle più suggestive e rinomate località balneari. La città, oltre che principale polo industriale della provincia di Agrigento, è anche apprezzato centro peschereccio, il prodotto della cui flotta, oltre ad essere venduto nei maggiori mercati italiani, costituisce l'elemento gastronomico principale della cucina locale.

Giallonardo


mardi 3 avril 2007

Stefano Bissi : autore e poeta di Siculiana






































Stefano Bissi è nato a Siculiana (AG) il 28/04/1916.
Ha insegnato per circa 40 anni nelle scuole elementari. Anche durante il servizio militare, da Ufficiale di complemento, volle dedicare il suo impegno di Maestro alle reclute analfabete, organissando anche spettacoli ricreativi quale dirigente del Complesso Artistico del XVI°corpo d'Armata.

Nella scuola ha profuso le sue doti artistiche al fine d'affinare la sensibilità e le doti espressive dei giovani sia nei corsi serali di orientamento musicale che nella direzione del locale centro di lettura.

Da sempre, inoltre, ha saputo esprimere il naturale suo bisogno di comunicare incisivamente col mondo degli uomini e delle cose, scrivendo con vena giovanile, sia in vernacole che in lingua, lavori comico-satirici e pregevoli liriche di vario argomento e musicando, con freschezza di motivi, arie e canzoni di sua composizione.
Gli sono stati conferiti vari riconoscimenti, tra cui : premio al merito educativos "Colombo" - Milano 1956; medaglia d'oro offerta dagli studenti di Siculiana - Ferae matricularum, 1967; diploma di benerenza del Ministero della P.I. con medaglia di bronzo per l'opera svolta a favore dell'istruzione elementare e dell'educazione infantile - Roma 1971; premio nazionale di poesia dialettale siciliana e italiana "Funtana di li Rosi", Campofranco negli anni 11973-74-79.

Inoltre :



  1. premio nazionale di poesia italiana "Mario Gori", Caltanissetta 1976;



  2. premio nazionale di poesia A.S.MI. "Borgo Novo" Palermo 1991.


Fa parte del gruppo culturale "Ottagono Letterario di Palermo".




Animatore di spettacoli folkloristici e goliardici, il Bissi continua ancora oggi, a scrivere, con slancio giovanile, commedie in lingua italiana e siciliana, mai disgiunto da un appassionato impegno civile in tempi che, pare, abbiamo perduto quei valori comuni che, nella crescita e nelle crisi, hanno costituito motivo di ripresa e di riscoperta della nostra identità umana e culturale di popolo che non si abbatte nella sconfitta e non si esalta nella vittoria.





Un augurio di cuore al poeta della nostra terra.










Grido di Libertà


Non è sordo


il grido di libertà


di giustizia,


di pace nel lavoro,


che erompe nel cielo


delle piazze


tra il segno della croce


e delle mani


in su elevate


della folla in tumulto.


Il grido possente


del popolo in piedi


in unico abbraccio,


disarma


la mano dei folli,


che in cenere


vorrebbero il mondo.


Siculiana, 1950





Stefano Bissi





L'ultimo ieri
Voci dell'anima
All'alba del terzo millennio
...e nei miei versi
lascio il cuore mio






Presentazione




Presentare un libro di poesie del poeta Stefano Bissi non è un impegno, una scommessa o una fida, ma un autentico piacere.


E il terzo volume di poesie del notro poeta che presento, fra i quattro con questo publicati, e cio è per me motivo di orgoglio e di onore. Naturalmente il Bissi mi incarica di presentare le sue poesie non per le mie capacità di critico, né per qualifiche letterarie che non ho, ma per i legami affettivi e per le affinità ideali e intellettuali che ci accomunano, e se riusciro con la mia presentazione a trasmettere ai lettori il piacere che ne ho tratto, saro doppiamente contento.


Questa raccolta di peosie « L'ultimo ieri – Voci dell'anima – All'alba del terzo millennio », racchiude un periodo di tempo molto vasto che va, dal 1932 ad oggi, quasi a comprendere l'inizio dei due secoli contendent. Quinti in esse è possibile leggere squarci della sua storia, della nostra storia, vista in chiave poetica.




Il suo peregrinare per lungo e il largo dell'Italia è scandito dalle sue poesie, che ne immortalano i tempi e i luoghi.




Aprono la raccolta le poesie degli anni giovanili, del suo innamoramento, della sua passione per il borgo natio, per la sua campagna dei « Caternini », per gli affetti familiari, per la natura che con la sua bellezza lo incanta e lo fa sognare.




Egli ammira l'infinita bellezza della natura, delle stelle, del mare, dei fiori con l'occhio meravigliato partecipe dell'estate e ne assapora e ne canta tutto l'incanto. L'amore per la natura appartiene alle anime elette e il poeta appartiene a questa categoria.




Il secondo posto delle sue poesie è dedicato alla vita militare che, viene intravista attraverso il fruire iridescente della poesia e della musica.


Bissi è come una fontana dalla quale sgorga poesia e musica incantatrice, alla quale possiamo abbeverarci e dissetarci. E la sua è una musica che sgorga spontanea e prepotente dal suo cuore e arriva al mostro dilatandolo e riempiendolo di gioia e di emozioni dolcissime.


Estremamente toccante è la poesia della sua « Gina primavera d'amore » e quella dedicata a «Siculiana Marina » ambedue (come tante altre) musicate dallo stesso poeta e cantate ancora oggi dai siculianesi. Al verso seducente è accoppiata in prodigiosa simbiosi, una musicalità fatta di note che t colpiscono e ti mettono in cuore la pace. E la poesia, quella autentica, si trova profusa a piene mani in tutti i suoi componimenti.


E un uomo il Bissi di formazione culturale decisamente laïca. Eppure nella sua produzione poetica l'aggancio col trascendente, col Dio, che afferma e consola, è presente, costante e ne costituisce quasi un sottofondo. Cio mi ha fatto tanto piacere perchè ci fa conscere un altro aspetto della personnalità del poeta che non è appriscente, ma profondamente vissuto.


Le sue poesie si leggono con estrema facilità e con immenso diletto. Ahimè... che disagio e che angoscia nel leggere certe poesie moderne dove si sentono la fatica e le difficoltà di ch le scrive!...


Nell'evocare il suo grande amore per la sua donna amata raggiunge vette strugenti e ammalianti. Nulla vi è di retorico, ma tutto è profondamente sentito e vissuto! La poesia è per il poeta come un grande palcoscenico in cui fa giocare, a suo piacimento, i suoi sentimenti e le sue emozioni. Fra lui e la sua poesia c'è una specie di attrazione reciproca, per cui tutta la sua filosofia e il suo credo sono racchiusi nel verso: « lungi dal cuore sempre più m'avvedo... che dove amor non c'è tutto è morboso ».



Resta un segreto, che non riusciamo a capire, perchè il poeta ha tenuto per cosi tanto tempo, chiuse nel cassetto, tanta ricchezza di poesia. Forse era geloso dei suoi ricordi, della sua storia intima o temeva che altri avessero potuto contaminarla? La decisione, presa oggi, di dare alla stampa questi versi, ci riempie di tanta contentezza.



Seguono le poesie che scandiscono la sua vita militare, poesie dedicate a fatti e luoghi realmente esitenti e che ora rivivono nei suoi ricordi.
« Vecchi vorremmo a vuoi tornar domani
sol per un'ora di lontana ebbrezza;
vorremmo a voi tornar, luoghi lontani,
che a noi rapiste tanta giovinezza ».






Non poteva mancare un inno accorato e struggente alla nostra Italia, caduta nella disgrazia, nello sfacelo, nella miseria, per mano teutonica, e al colmo del dolore invoca libertà e pane per i suoi figli. Bellissima la chiusura dell'inno con l'appello all'amore universale e l'auspicio dell'avvento di un mondo senza confini.
L'Italia che dal baratro risorga...
non più per allestir cannoni e spade...
...ma per amar, alfin, grande e possente
solo una Patria che ci unisce e infiamma,
non che si chiami Italia o Continente,
ma Terra, Terra, inver, comune Mamma! ».


La pace, l'amore, la fratellanza, il rifiuto della violenza e della guerra, i problemi ecologici, « proteggi la natura », la libertà sono esigenze e valori da lui sentiti in modo estremamente partecipato. Alcune poesie sono traboccanti di umanità e piene di commozione, da cui traggono una profonda tensione lirica.
Gustoso e delizioso è questo sonetto :
« Mi si affacciano agli occhi un casolare,
una chiesetta illuminata a sera,
un fanciullo che impara a recitare
a mani giunte la prima preghiera ».



Si sente qui la mano del musicista e del poeta.
Una poesia che ha tutte le caratteristiche della preghiera e dell'inno religioso da cantare in chiesa è « E nato in una grotta ». Qui si sente il poeta in cerca di Dio e lo trova nel bimbo che è nato ignudo in una mangiatoia. Questa religiosità sommessa, questa ricchezza di alti sentimenti possono purificare e redimere le brutture dell'uomo di oggi.





Bella è l'immagine che cogliamo nella poesia « A Polvera » dove la sommessa « preghiera del vespro » si confonde con il rintocco della campana della chiesa del borgo.
A questa immagine segue la tritezza per lo struggentee malinconico ricordo che insorge ne suo cuore nel vedere gli stessi colli, la stessa campagna, lo stesso mare, gli stessi profumi della sua lontana terra di Sicilia :
« Vedo i miei colli, la campagna, il mare,
sento i profumi della terra mia :
potessi almeno un giorno ritornare
a te, sognata ognor, Terre natia! »




Nella poesia dedicata alla mamma « Pregherai domani » si sentono riuniti i talenti del Bissi; la poesia, la musica e la pittura e riaffacciare il senso religioso che serpeggia un po dappertutto:
« Rintocca la campana della sera,
il sole muor laggiù, laggiù nel mare,
ti vedo assorta nella tua preghiera,
prostata, o mamma, ai piedi d'un altare ».



Il sole tramonta, la mamma sua è assorta nella preghiera ai piedi di un altare e piange e prega, e con tutta la forza del suo amore chiede alla Madonna:
« con fede, con ardor, con pio desio,
Madre di grazie, di perdono, pia,
che a me ritorni salvo il figlio mio ».



Traspare ovunque la mitezza della sua personalità, il rifiuto della guerra e della violenza, l'amore per la pace; caratteristichee atteggiamenti che preludono alle istanze e alle scelte di oggi, verso le quali l'umanità, se vuole sopravivere, si sta orientando. Si dimostra in tal modo, un precursore, un vate, che ci infonde fiducia in un mondo più giusto fatto d'amore e fratellanza universale.



Tutto è raccontato con massima fedeltà ai fatti e anche ai sentimenti che quei fatti sanno suscitare. Egli sa leggere nel suo « interiore » e sa tradurlo in momenti di alta poesia, mentre ci rende partecipi col suo travaglio spirituale. Il lettore non trova difficoltà ad entrare nel suo mondo, dal quale tre motivi di purificazione.




Sa cogliere a volo il sentimento, che muove il suo estro e ce lo offre puro e semplice come una primizia da gustare per allietare il nostro cuore.



A volte si respira un clima surreale di sogno che ci trasporta verso altezzz irraggiungibili.
Pertanto possiamo affermare che Bissi, con questa raccolta di poesie pon un'altra importante pietra nell'arco della sua produzione poetica, alla quale auguriamo tutto il successo che merita per il bene dei lettori, in quanto questo suo mondo poetico ci offre, fra l'altro, un valido insostituibile tramite verso la pace e la quiete dell'anima.



Nello squallido cinismo ed egoismo in cui viviamo i versi di Stefano Bissi offrono una finestra che ci permette di respirare dell'aria pura.




La grande poesia ha la funzione di destare il piacere estetico e di inviare un messaggio educativo nel senso che il vero che è contenuto nei versi, passa al lettore per migliorarlo.
La poesia del Bissi possiede queste qualità , quindi appartiene alla grande poesia.




Stefano Bissi è un artista completo: pittore, musico e poeta. Ed è educatore inoltre di diverse genrazioni di ragazzi, che ha sputo mirabilmente fondere nella sua poesia, con capacità pittorica, innata musicalità, e grazia accattivante del verso, il messaggio pedagogico e morale. Alla dolcezza, al suono dei suoi versi si unisce, di tanto in tanto, una forza di sentimenti che ci lascia pensosi.



A volte ci sorprenono la dolcezza umana, il disarmato candore, i numerosi risvolti di umana pietà, oltre alla sua convinzione che il male sia eliminabile dalla vita dell'universo:
« quando incontri
un uomo, senza luce
nel buio del suo dolore;
quando incontri un malato,
senza giorni ne le mani;
un nano che ride nel suo pianto;
allora tu... devi dire a te stesso:
io sono un uomo felice ».


Ci sono libri che domp averli aperti e dopo averne letto due o tre poesie si chiudono e non si aprono più. Qui avviene il fenomeno opposto.



Questo, quindi, è un libro che non ha bisogno di presentazione perchè si presenta da solo e le mie povere parole non aggiungono niente al suo intrinseco valore .
Con questo libro oggi il Bissi, già grande come poeta venacolo ci mostra con maestria e bellezza di stile la sua produzione poetica in italiano e conquista doppiamente il suo mertato posto nel tempio delle muse.





    Possiamo affermare senza tema di smentita, che quest'opera ci incanterà e ci eleverà nello spirito: il poeta consegna il suo nome alla storia della poesia e a quella della vita civile di Siculiana.


    Forse per questa presentazione rappresanta il Canto del Cigno. Sono contento pero che questo canto lo affido in buone mani.


    Un suo accorato e struggente rimpianto ci inonda ancora di commozioneper la sua adorata Gina:
    « Or che il sogno è svanito,
    io mi sento smarrito
    e più folle ti chiamo ».


    In questi versi è racchiusa tutta la sua angoscia, il suo immenso dolore per la perdita del suo grande amore, e ci pare di vederlo svolazzare solo senza meta come un uccello che ha perduto il nido. Da parte nostra gli offriamo tutta la nostra solidarietà e l'augurio che possa trovar la pace del cuore cosi duramente trafitto.
    Col sonetto « Lascio il cuore mio », che troviamp nelle ultime pagine di questa sua opera, il Bissi chiude il suo prezioso volume.



    Al musico Vincenzo Caruana, virtuoso mandolinista dal tocco magico e delicato, che ha musicato molte delle belle poesie del poeta Bissi, suo vecchio compagno di scuola e di « fughe musicali », vadano i miei compiacimenti e il pio più sentito plauso per le sue squisite melodie che qui troviamo inserite in « musica sui versi » del presente volume.



    Siculiana Marina, 25 luglio 2000.



    Paolo Scaduto1



    1Dott. Paolo Scaduto, medico condotto e ufficiale sanitario del commune di Siculiana dove ha svolto fino a ieri la sua missione di medico di base e di studioso di problemi d'igiene mentale e di geriatria. Con le sue monografie du tali argomenti ha vinto il « Premio Scalari » nel 1969 e 1970 (medaglia d'oro).
    Interessato alla medicina preventiva e educazione alla salute ha tenuto una rubrica televisiva che veniva messa in onda dalla « Radio Sud Siculianee » dei Vella in Doria.
    Nativo di Sciacca (9/02/1922), è siculianese di adozione per essersi trasferito nel 1952, ancora giovane medico, in questa nostra cittadina.
    E deceduto a Siculiana il 12/11/2000.